“Restate a casa o vi ammalerete”; vero, giusto.” Resteranno chiuse tutte le attività le attività non essenziali (inutili insomma)“… cosa?!
Intendiamoci fin da subito: è più che importante conservare la salute del corpo, ma non dobbiamo dimenticarci di quella della mente e, soprattutto, del cuore.
C’è questa tendenza, purtroppo comune nell’ultimo decennio, di ritenere l’arte e la cultura come “l’ultima ruota del carro”, ce l’abbiamo e tanto meglio, ma anche senza non sarebbe un dramma. E invece no!!!
L’uomo, prima di tutto, è mente, in secondo luogo cuore e infine corpo. “Mens sana in corpore sano”: non a caso si cita prima la “mens”. Un uomo con una mente sana può sopravvivere anche ad un corpo malato (fino ad un certo punto, ovviamente), uno con la mente “malata” (chiamo così qualsiasi mente “denutrita”), invece, può anche essere il più in forma possibile ma potrà considerarsi come un apporto all’umanità? Potrà essere considerato “utile” (parola che tanto piace alla gente ultimamente)?
Perché se l’umano non progredisce tramite l’arricchirsi interiormente, avendo autocoscienza di sé, allora cosa lo distingue dagli altri animali? Ok, ora che abbiamo capito che una mente sana è importante, ci dobbiamo chiedere: come la nutriamo? Con l’ARTE ovviamente! E il cuore? Non si era forse detto essere anche lui fondamentale? Certo che lo è, ed infatti anche lui lo sfamiamo con l’arte, poiché si nutre di emozioni e queste sono il frutto principale dell’arte.
Tuttavia, questo che stiamo vivendo è un periodo particolare, per cui siamo giustamente costretti a casa.
Inutile dire che chi prima viveva d’arte ora, che fosse “spettatore” o “attore” (termini che si adattano perfettamente a qualsiasi ambito, compresa la vita) soffre molto di più di chi se ne è sempre fregato altamente.
Perché è quando perdiamo qualcosa che proviamo il dolore più atroce.
Io personalmente, pur non essendo certo chissà quale artista (anzi), sento di non essere completo ora come ora: niente teatro, niente violino, niente corsi di storia dell’arte (la mancanza più grave resta il teatro)….cosa resta di me?
Un involucro vuoto che si limita a svolgere il suo ruolo sociale, portando ogni giorno la maschera (anche se questo lo facevano tutto fin da prima della pandemia).
Se questo è quello che provo io, non oso immaginare come stiano vivendo i veri artisti, se lo fanno.
Comunque, va detto che ora ci dirigiamo verso la Fase 2, che riaprirà gradualmente molte cose, tra cui ovviamente non sono comprese le scuole di teatro… Per il momento ha anche senso, ma che non mi vengano a dire che tra qualche mese potranno riaprire i ristoranti ma non i teatri!
Anche perché se una questione del numero di persone che si “aggregano” il ristorante mi sembra peggio, tanto a teatro non ci va mai nessuno se non quelli che poi salgono sul palco…
Comunque, un mondo per andare avanti lo troveremo, ma non è quello il punto.
Mi fa incazzare non tanto il fatto che una figura importante ed ufficiale definisca gli artisti inutili (seppur magari per una sfortunata scelta di parole… come no…), ma più che altro il fatto che a parte i diretti interessati nessuno dica niente!
Questo la dice lunga sulla società di babbuini in cui viviamo…
P.S.: chiedo scusa ai babbuini.
Arkadì Bellini
Allievo Corso teatrale Professione Attore