Sopravviverò. Se non ci sarà il teatro, ci saranno altre mille attività o passatempi. In fondo è solo il luogo che frequento e ho frequentato per prendere parte ad un’attività alternativa, per distrarmi e per superare quelli che ritenevo fossero dei miei limiti. Questo è ciò che penso, soprattutto in relazione a ciò che attualmente sta accadendo: questa emergenza sanitaria che ci porta a uniformare l’esigenza all’urgenza. È palese che il teatro non sia un’esigenza primaria rispetto a tutto ciò che stiamo vivendo, e l’urgenza ci impone di fare una selezione tra ciò che è prioritario e le cose secondarie. Adesso l’arte non è una priorità. Siamo dunque costretti ad adattare il nostro pensiero e le nostre azioni con ciò che sta accadendo all’esterno e purtroppo questo periodo storico, così come noi, sta spogliando il teatro delle sue componenti fondamentali, privandolo gradualmente della sua identità e facendoci assistere sempre più ad una spersonalizzazione del teatro. La situazione attuale non considera affatto che non è il teatro-luogo che fa la differenza, ma è quel teatro specifico dove le persone che decidono di farne parte ne conferiscono la bellezza. Non è una scatola vuota ma un arsenale di esperienze, emozioni, impegno, risate, amicizia, crescita e rivalutazione personale di ogni singola persona che partecipa attivamente. Senza teatro sicuramente si sopravvive ma si perderebbe un percorso alternativo che altre strade non darebbero l’opportunità di intraprendere. Senza il teatro si toglierebbe la possibilità di fare una scelta e io voglio sentirmi libero di scegliere se prendere parte a questa attività e non essere obbligato a non parteciparvi.
Quindi io, così come tutti, sicuramente sopravviverò. Tuttavia, non rinnego l’utilità ed il valore che ha avuto per me: ho superato dei miei limiti, ho conosciuto persone meravigliose e ho trovato l’amore. Posso sopravvivere proprio perché questo è un ragionamento a posteriori. Io i miei obiettivi li ho già raggiunti. Ma se non avessi mai avuto questa opportunità chi e come sarei adesso? È facile togliere il teatro a chi non ne ha mai preso parte ma per chi vive di questo sarebbe come togliere un pezzo della propria identità, poiché il teatro si fa portatore di tutto il vissuto e di un’esigenza umana.
Daniele Ventura
Allievo Corso teatrale Intermedi